Marco Verzé, ospite al venerdì della Giovaninfesta2013 parla di come la vita sia un viaggio, per dirla alla don Mantiero, \”per far di sé un Uno\”.
La motivazione nella fede
Quell\’Uno che non lascia soli
Marco Verzé, ospite al venerdì della Giovaninfesta parla di come la vita sia un viaggio, per dirla alla don Mantiero, \”per far di sé un Uno\”. Un viaggio in cui Cristo è costante e silenzioso compagno di viaggio
È stato con lo scrittore Marco Verzè il secondo aperitivo culturale della Gif2013. In ambito di motivazione nella fede un po\’ ha spiazzato. Abituati come siamo a partecipare a conferenze sulla presentazione di libri di letteratura e filosofia, lunghi discorsi e interviste che richiedono sempre una certa concentrazione, Marco ha sconvolto le aspettative e abolito gli standard.
Una boccata d\’aria fresca. Fa l\’architetto e il suo libro “Il senso ultimo delle cose” gli è uscito così, di getto, con la stessa energia che quella stessa sera di giugno emanava, con umiltà. È un invito a voler cogliere da ogni singolo momento della vita il suo profumo unico, in tutti i suoi aspetti, quello che ci rivolge in questo breve ma intenso aperitivo culturale.
Non si è rivolto al suo pubblico con grandi discorsi o frasi a effetto, ma ha dato la sensazione di voler comunicare qualcosa che veniva direttamente dal cuore, con un impeto pazzesco. Lo scrittore parla di giovani, di quanto contiamo, della nostra unicità. Sulla linea degli incontri culturali, ha dato due motivazioni, che partono dalla fede. La prima: Cristo ci è sempre di fianco. “Avevo completamente sbagliato strada, quindi ho provato a tornare indietro […] stavo solo urlando dalla parte sbagliata” afferma senza mezzi termini durante l\’incontro. È difficile sentirsi esclusi dalla sua carica, e parla di “affrontare la quotidianità”, di metterci in discussione e trovare sempre motivazioni oltre ai soli momenti forti. L\’esperienza di Marco Verzè non è illuminata in un giorno miracoloso in cui tutto è cambiato, è solo una voglia di osservare le cose in modo diverso, un po\’ come fa Pietro nel suo libro, quando gli viene comunicato che gli restano soltanto sei mesi di vita, e non può più perdere altro tempo, perché ogni secondo diventa prezioso.
La seconda motivazione che ha dato è tremendamente vicina a ciò su cui il Comune dei Giovani ha battuto per due anni di fila: l\’unicità. Dalla bocca di un personaggio che fino a qualche mese fa era solo un nome sopra al titolo di un libro, si sente uscire che il dono più grande che ciascuno di noi ha è di essere unico ed irripetibile. Insomma, quindi ciascuno può far di sé un Uno, un Uno vero.
Non ha l\’arroganza di fare il maestro di vita, è un ospite un po\’ imbarazzato e che si lascia stupire. Parole semplici, messaggi chiari.
Al termine dell\’aperitivo, Marco Verzè ha lasciato solo una sensazione di tensione e motivazione, quella giusta di cui i giovani hanno assolutamente bisogno.

Jacopo Bertoncello