Appunti sul modo in cui Benedetto XVI e Francesco hanno accompagnato la Chiesa lungo tutto l’anno della Fede.
FEDE
La ricetta dei due papi per vivere la fede
Appunti sul modo in cui Benedetto XVI e Francesco hanno accompagnato la Chiesa lungo tutto l’anno della Fede. La continuità nella catechesi e l’invito a lasciarsi trasformare la vita da Cristo
La fede è prima di tutto un dono, e non a caso quest’anno della fede indetto da Papa Benedetto XVI si sta rivelando ricco di doni, tra i quali i due pontefici e le udienze del mercoledì che prima Benedetto poi Francesco ci hanno regalato su questo tema, quasi ci fosse proprio bisogno che quanto detto da uno fosse ribadito anche dall’altro.
L’anno della fede terminerà il 24 novembre, anche se come ci ha ricordato Papa Benedetto “è un cammino che dura tutta la vita, esso inizia con il Battesimo e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla vita eterna frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria quanti credono in Lui”.
Concetto ribadito anche dall’attuale pontefice: “Essere risorti con Cristo mediante il Battesimo […] ci porti a cercare maggiormente le cose di Dio, a pensare di più a Lui, a pregarlo di più. Essere cristiani non si riduce a seguire dei comandi, ma vuol dire essere in Cristo, pensare come Lui, agire come Lui, amare come Lui; è lasciare che Lui prenda possesso della nostra vita e la cambi, la trasformi, la liberi dalle tenebre del male e del peccato”.
Nel Motu proprio Benedetto ci ricorda che “il primo atto con cui si viene alla fede è dono di Dio e azione della Grazia che agisce e trasforma la persona fin nel suo intimo”.
Anche per il suo successore la fede che si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l’amore “è anzitutto un dono che noi abbiamo ricevuto. Ma per portare frutti, la grazia di Dio richiede sempre la nostra apertura a Lui, la nostra risposta libera e concreta. […] A noi è chiesto di affidarci a Lui, di corrispondere al dono del suo amore con una vita buona, fatta di azioni animate dalla fede e dall’amore”. I due pontefici per aiutare i fedeli a crescere nella fede hanno delineato un percorso che in estrema sintesi può essere riassunto in alcuni punti fondamentali: ascoltare la parola di Dio, frequentare i sacramenti della riconciliazione e dell’Eucarestia, evangelizzare, riflettere sui contenuti della fede (magari riprendendo i testi del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica), esprimere la propria fede in gesti di carità, invocare l’azione dello Spirito Santo e fermarsi a dialogare con Gesù Eucarestia.
A questi punti mi permetto di aggiungerne uno, che per modestia non hanno inserito essendo loro i diretti interessati: un attento studio delle udienze del mercoledì tenute in questo anno. Fin dall’inizio del suo ministero Papa Benedetto ha ricordato l’esigenza di “riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia dell’incontro con Cristo, invitando a ritrovare il gusto di nutrirsi della Parola di Dio, e del Pane della vita”.
Sulla stessa linea Papa Francesco ci ricorda che la fede “non è come un tesoro che conserviamo in un angolo della nostra vita, ma deve crescere, dev’essere alimentata ogni giorno con l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera, la partecipazione ai Sacramenti, specialmente della Penitenza e dell’Eucaristia, e la carità”.
Antonio Artuso