Il Santa Croce al termine di 90 minuti adrenalinici può festeggiare la Promozione in Prima Categoria.
Probabilmente da ieri è ufficiale il nuovo tormentone dell’Estate 2012: “Sarà capitato anche a voi di avere la testa che gira, sarà perchè siamo in prima LA LA LA LA LA LAAAAAAA!”.
Ebbene si, dopo oltre 30 anni il Santa Croce torna a disputare il Campionato di Prima Categoria ed è la seconda volta nella sua storia ultracinquantennale. Ma andiamo con ordine.
Esodo biancoverde. Il servizio infotraffico non l’aveva previsto ma nel tratto che collega Bassano a Susegana si è registrato nella giornata di ieri un picco anomalo di veicoli in transito. Era la carovana biancoverde. Una cinquantina per le forze dell’ordine ma circa 200 per gli organizzatori. Noi crediamo a questi ultimi.
Del resto c’era la storia del calcio Santa Croce da vedere e da fare. Una finale playoff di Seconda Categoria che probabilmente in pochi credevano possibile all’inizio dell’anno, ma quei pochi per fortuna erano all’interno di questo fantastico gruppo che dopo quasi 10 mesi dal primo allenamento era ancora lì a correre dietro ad un pallone.
Il modulo. Il Mister Citton a parte qualche piccolo acciacco non deve registrare grosse defezioni e quindi può schierare la formazione tipo di quest’ultima parte della stagione. Nicola Cerantola tra i pali, linea difensiva composta da destra a sinistra da: Kambo Rigert, Sasho Petresky, Stefano Settin e Paolo Alberton, al centro del campo Antonio Lancerin e Houdou Zango con sulle fasce i 2 fratelli Zito: Domenico a sinistra e Riccardo a destra. Libertà di inventare a Michele Alberton che agisce da trequartista alle spalle dell’unica punta Ivano Mosele.
Dopo un minuto di raccoglimento per le vittime del terremoto dell’Emilia si parte e subito si capisce che la posta in palio è alta. Squadre molto attente a non scoprirsi e fase che possiamo definire “ping-pong” per i continui batti e ribatti. Sicuramente l’atteggiamento speculare dell’avversario non aiuta a creare spettacolo ma si sa in queste partite conta il risultato che tante volte viene determinato da una giocata del singolo. Ed è quello che succede dal 15° al 30°.
Si va di punizione. Si inizia al quarto d’ora con la punizione spettacolare di Mosele dai 25 metri, il portiere avversario riesce a toccare la sfera ma la sua destinazione era una sola: l’incrocio dei pali. Euforia biancoverde che viene però subito strozzata per il pareggio avversario che arriva dopo pochi minuti sempre su punizione. Palo-gol e Cerantola che può solo raccogliere la palla oltre la linea della porta.
Ma è il Santa Croce che tiene il pallino del gioco e crea maggiori pericoli alla porta avversaria anche perché è quasi monotono il gioco del Ponte Nelle Alpi che a memoria fa circolare la palla sulla destra per poi effettuare un cambio gioco sull’esterno sinistro alto che a sua volta con delle rasoiate cerca di imbeccare la punta più avanzata in area.
Al 25° prima occasione da azione di gioco, cross dalla trequarti di Petresky, velo di Domenico Zito e Mosele che in completa solitudine può liberare il suo destro dal limite dell’area. Colpo che però rimane in canna con il portiere che riesce a sventare la minaccia. E’ il preludio al nuovo vantaggio biancoverde.
Punizione dal limite guadagnata da Riccardo Zito, se ne incarica lo specialista Mosele ed è un film già visto. Tutti ad ammirare l’ennesima perla del 9 biancoverde. Dopo mezz’ora: tanti lanci, parecchi contrasti, 3 punizioni e 3 gol.
Inferiorità. Questo colpo è un po’ più pesante per il Ponte Nelle Alpi il quale fatica a riorganizzarsi, anzi rischia in 2 occasioni di vedere aumentare il divario. Prima con la terza punizione di Mosele fermata dalla barriera e poi con un’azione personale di Alberton Michele che termina sullo stinco dell’estremo difensore avversario. Ma che finale sarebbe senza continue emozioni? Ed infatti sul finire del primo tempo ecco che arriva un episodio a sfavore dei nostri. Petresky già ammonito si fa anticipare al limite della propria area da un avversario il quale oltre a trovare il pallone trova anche le sue gambe. Punizione e ammonizione sacrosante. Peccato che si tratti del secondo giallo e quindi il centrale biancoverde va sotto la doccia anticipatamente. In attesa dell’intervallo Mister Citton arretra Lancerin sulla linea difensiva e Alberton Michele in mediana.
Ripresa tutta d’un fiato. Il pubblico capisce il momento delicato e al rientro in campo dei giocatori si fa sentire sempre più forte in un incitamento che non conosce tregua. Si vive una tensione legata più che altro alla situazione perché l’avversario sembra aspettare a spremere tutte le energie in un forcing che possa portarlo al pareggio. Fino al primo cambio del Ponte Nelle Alpi non si segnalano pericoli per il nostro Cerantola che deve compiere ordinaria amministrazione. Ma proprio dal neoentrato arriva la prima minaccia. Cross dalla destra, deviazione di testa e parata d’istinto del nostro numero uno. E qui si rianima la partita perché subito dopo occasionissima per il Santa Croce sui piedi di Michele Alberton. Serie di 1-2 al limite con Riccardo Zito che lo invita a tirare da buona posizione, ma anche qui il portiere ci mette il piede.
Mancano 20 minuti alla fine e iniziano ad accendersi le spie della riserva. Un gol annullato alla squadra avversaria, un tiro dalla distanza di Houdou e un’altra bella parata del nostro estremo difensore. Se andasse avanti così sarebbe perfetto ma alla mezz’ora arriva il pareggio bellunese. Lancio delle retrovie che giunge all’esterno destro probabilmente partito in posizione di offside non valutata dal guardalinee, bel rasoterra, attaccante che in scivolata ci mette la punta e Cerantola che non può fare nulle. E’ il 2-2 con una finestra sui supplementari.
Tanta roba. Ma come si ritorna in parità nel risultato si ritorna anche in parità numerica. Intercetto difensivo di Kambo che aziona Michele Alberton, centrocampista avversario che non può non commettere infrazione e anche per lui si tratta del secondo giallo, cioè doccia anticipata. E’ questo l’episodio chiave perché ristabilita la parità numerica il Santa Croce può respirare e, anzi, spingersi all’attacco. Lo capisce per primo il capitano Lancerin che recuperata palla a metà campo decide di provare un’avanzata. Dribblato il primo, evitato il secondo, davanti al terzo vede che sulla destra l’accorrente Alberton Michele ha lo spazio buono per un cross. Cross con il contagiri che pesca in mezzo all’area Mosele il quale dimostra come si usa la testa nel calcio. Chapeau, Man of the match, hombre del partido…insomma non ci sono parole per descrivere il bomber biancoverde che si porta a casa il pallone ma, più che altro, fa sognare un’intera società.
Ultimi minuti in cui si rivede il ping-pong iniziale. Da una parte per buttare la palla “in the box” e sperare che dalla mischia ne venga fuori qualcosa di buono, dall’altra per spazzare come neanche tutta l’Etra insieme riesce a fare in una settimana di lavoro. Ma tutte le persone venute da Bassano aspettano una sola cosa: il triplice fischio. Non prima di domandarsi 100mila volta “quanto manca?”, “ha chiamato il recupero?”, “piove?” e toccarsi per sentire se tutto è a posto.
Dopo 4 minuti d’extratime ecco che arriva questo suono gaudioso chiamato nella realtà fischio finale che libera la felicità del popolo biancoverde, il quale si ritrova in mezzo al campo di Susegana a festeggiare una promozione storica.
Abbracci, gavettoni, lacrime…c’è di tutto in questa festa che incornicia una stagione magica per lo sport biancoverde e non solo. E’ il 50° del Comune dei Giovani e se certe cose accadono non domandarti il perché ma ringrazia volgendo lo sguardo al cielo.
Forza Santa Croce!!!