
Nelle ultime settimane il CdG ha ricevuto visite di amici vogliosi di andare a fondo su questa originale esperienza educativa
INCONTRI
\”Sembrano una grande famiglia\”
Nelle ultime settimane il CdG ha ricevuto visite di amici vogliosi di andare a fondo su questa originale esperienza educativa
Ciò che ci muove è il desiderio di incontro, di scambio, di testimonianza, la voglia di creare delle nuove e vere amicizie.
Questo ha spinto una classe di catechismo della parrocchia del Duomo di Mestre (VE) a venire a Bassano per conoscere l’esperienza del Comune dei Giovani e la vita di don Didimo Mantiero.
Su iniziativa del loro cappellano don Lorenzo, che aveva letto la biografia del sacerdote vicentino, tredici ragazzi accompagnati da tre animatori e da Francesca, la catechista, hanno incontrato alcuni ministri e cittadini del CdG che li hanno accompagnati nel percorso della mostra su don Didimo presentata allo scorso Meeting, percorso che si snoda tra i tre fondamenti della realtà bassanese: preghiera, formazione e responsabilità.
Bastano le parole di questi giovani alla ricerca, raccolte “a caldo” nel treno del ritorno, per raccontare la bellezza di questa esperienza.
“Mi hanno colpito le idee di don Didimo: sia quella dei dieci giusti che quella dei tre pilastri: formazione integrale, fede, responsabilità”.
“E’ stato bello perché abbiamo avuto un confronto, loro hanno un modo diverso: fanno molte cose e ci mettono tutte le loro forze”.
“Ci torniamo? Mi è piaciuto molto che il lunedì non ci sia nulla perché tutti fanno formazione, non mi è piaciuto che ci sia la divisione tra maschi e femmine fino ai 18 anni”.
“Mi ha colpito l’impegno, quanto ci credono, la loro passione. Ad un amico direi di venire qui per l’esempio di accoglienza, al di là di quel che dicono”.
“Mi porto dentro la loro serietà e dedizione. Penso che non si capisca bene il Comune dei Giovani se non si va a vederlo, perché sono stati chiari e diretti. Sono stati veri”.
“Sembrano una grande famiglia”.
“Bello il fatto che non siano soli in questa impresa, che siano sostenuti, che riescano a proporre tantissime iniziative e che venga data importanza ai giovani, perché loro hanno delle responsabilità! Mi è piaciuto molto il loro simbolo, il fatto che siano uniti (con gli adulti, ndr)”.
“Sono ragazzi normali, non santerellini, e immagino che sia difficile vivere insieme, che litighino, ma hanno dato l’idea di essere un bel gruppo. Perché questa cosa duri da cinquant’anni deve esserci Qualcosa di più grande che li muove. Questa esperienza ti fa capire quanto sia importante per un giovane avere delle responsabilità, a volte siamo sottovalutati, invece questa è una prima esperienza per affrontare la maturità”.
“Sembra che se la tirino un po’, ma è stato bello perché si vede che sono seri, che ci tengono e fondano tutto su Dio. Mi riferisco all’esperienza della Dieci”.
“Mi sono divertita molto perché non è stata un’uscita tanto per fare, c’era un senso. E poi c’è un legame tra di noi, anche se non ci conosciamo ancora bene”.
“Mi piacerebbe che anche nella nostra città ci fosse un’esperienza del genere, che fossimo più uniti, che ci trovassimo più spesso. Invece ci sono poche attività, poche presenze, poca voglia”.
Dice Francesca: “Gli animatori sono stati entusiasti di aver vissuto questa esperienza, e sono rimasti colpiti dall’ospitalità e dalla ‘classe’ dell’accoglienza, dall’intima unione di una realtà puntata sull’azione con la dimensione del flusso continuo di preghiera generato dalla Dieci. Il protagonismo dei giovani, totalmente liberi e responsabili di un’organizzazione molto complessa, ha lasciato il suo segno, come anche la priorità data alla formazione nella gestione delle attività. Il tutto ha lasciato trasparire la gioia di una fede vissuta comunitariamente ed è stato testimonianza vera. La nostra gratitudine a tutti coloro che ci hanno seguito ed al Signore che ci ha guidato fin da loro”.
L’operato del CdG ha senso solo se ci sono ragazzi come loro, ragazzi che vogliono andare alla ricerca della verità e che sono disposti a mettersi in gioco per diventare degli Uni, unici e irripetibili. Perciò alla fine siamo noi che dobbiamo ringraziare per l’opportunità che ci hanno dato.
Marina Bizzotto
ARTICOLO PUBBLICATO NEL LA VOCE DEI GIOVANI – GIUGNO 2013