Articolo riguardo la cittadinanza onoraria al Comune dei Giovani conferita a Luigi Giussani. Tracce, giugno 2002, di Paola Ronconi
Bassano del Grappa. 7 giugno. Il Comune dei Giovani, opera di don Didimo Mantiero, ha conferito a don Giussani la cittadinanza onoraria. In nome di una stima e di un\’amicizia già espresse con il Premio di Cultura Cattolica del \’95
di Paola Ronconi
Il Comune dei Giovani di Bassano del Grappa ha conferito a don Giussani la cittadinanza onoraria, in occasione dei festeggiamenti per il quarantennale dell\’associazione. Il Comune dei Giovani è nato nel 1962 grazie all\’iniziativa di don Didimo Mantiero, allora parroco di Santa Croce a Bassano del Grappa. La sua intenzione era quella di educare cristianamente i giovani, di responsabilizzarli facendoli partecipare all\’\”autogoverno\” del loro tempo libero, aiutandoli a formare da sé una comunità reale, con problemi reali di cultura, di socialità, di collaborazione comunitaria, di denaro. Coinvolgendoli in diverse attività, si poteva proporre loro un\’amicizia che divenisse occasione per un incontro umano capace di offrire una risposta ai veri bisogni.
Il Comune dei Giovani si organizza come una vera e propria istituzione civile con tanto di sindaco, assistente e segretario, ministeri e sottoministeri: cultura, impegno sociale, educazione religiosa, tempo libero, finanze, strutture. Cittadini del Comune sono tutti i giovani che lo desiderano e ne condividono gli scopi, purché di età compresa tra i 15 e i 30 anni.
È strutturato sul modello di una normale amministrazione civile: libere elezioni per eleggere annualmente il sindaco e i vari ministri; riunioni quindicinali del consiglio, dove sindaco e ministri discutono i diversi problemi della comunità; attività di autofinanziamento per sostenere la vita del Comune e amministrazione delle risorse a opera dei giovani stessi. Tra le svariate attività del Comune (attività sportive, campeggio estivo, giornale, teatro, coro, assistenza ai bisognosi, e altre), gode di un grande privilegio la catechesi evangelica. Con essa i giovani sono guidati in modo critico e sistematico a verificare la verità della fede con la loro esperienza e a giudicare gli avvenimenti personali, familiari e sociali.
Poiché il Comune dei Giovani è da una parte metodo di co-educazione tra i giovani e dall\’altra proposta di educazione da parte di soggetti adulti, è necessaria la presenza di un soggetto educante. Fino al 1978 don Didimo stesso svolse la funzione di \”assistente\” del Comune, garanzia della linea di fedeltà dell\’associazione all\’idea iniziale. Ma dal 1997 è nato il Consiglio delle Opere di don Didimo, che si propone come parte educante, nel rispetto dell\’autonomia decisionale del Comune dei Giovani. Ne fanno parte i presidenti de La Dieci, della Scuola di Cultura Cattolica, e di tutte le associazioni legate all\’attività dell\’organizzazione.
Il Comune dei Giovani ha conferito la cittadinanza onoraria, tra gli altri, a monsignor J. Paul Cordes, al professor Stanislaw Grygiel, a Irina Alberti.
Così nel Palazzetto dello sport di Bassano, venerdì 7 giugno, dopo gli interventi dell\’attuale sindaco del Comune dei Giovani, Chiara Torresan, di Gianpaolo Bizzotto, sindaco di Bassano del Grappa, di Sergio Martinelli, presidente del Consiglio delle Opere di don Didimo Mantiero, e di Gigi Bortolaso, Giorgio Feliciani ha letto un messaggio di don Giussani. La cittadinanza onoraria è stata inoltre conferita a don Primo Bertoldi, don Giancarlo Grandis, e a Sergio Martinelli.
«Carissimi amici,
sono veramente mortificato di non potere essere presente di persona tra di voi per potervi dire quanto la vostra decisione di conferirmi la cittadinanza onoraria del Comune dei Giovani mi commuova e mi riempia di gratitudine, dentro alla consapevolezza dei miei limiti offerti con letizia al Signore.
Questo vostro gesto rafforza i reciproci vincoli di quell\’amicizia, che per me è uno dei doni più significativi che il Signore abbia voluto fare alla mia vita. Perché i figli di don Didimo sono tra i miei amici più cari.
Il Comune dei Giovani, nato ormai quarant\’anni fa dalla splendida intuizione di quella straordinaria figura di sacerdote che è don Mantiero, rappresenta oggi uno degli esempi più belli e significativi della ragionevolezza dell\’esperienza cristiana come capace di investire e di muovere tutto l\’umano, corrispondendo in misura imprevista e affascinante alla sua ineludibile sete di felicità.
Questa esperienza di ragionevolezza e di libertà, come cerco di ripetere nelle pagine del libro L\’uomo e il suo destino, è vissuta da voi, nella fedeltà all\’insegnamento e all\’intuizione di don Didimo, come apertura inesauribile alla realtà nei suoi vari aspetti nella tensione alla verifica della verità dell\’ideale cristiano, sorgente di una umanità nuova. In seguito mi colpisce la profonda consonanza del vostro tentativo con la concezione educativa che ha mosso la mia vita con tante generazioni di giovani e meno giovani in tutti questi anni, fin dai primi passi al Liceo Berchet di Milano. Essa nasce dallo stupore dell\’incontro con Cristo come avvenimento totalizzante che investe oggi la vita dell\’uomo, così come 2000 anni fa quella di Giovanni e Andrea. La scoperta della eccezionalità di quest\’Uomo muove tutta l\’esistenza e genera uno sguardo nuovo sulla realtà così che possiamo riconoscere, attraverso il volto effimero delle cose, quanto san Paolo afferma: «Tutto in Lui consiste» (Col 1,17). L\’essere introdotti al significato della realtà secondo la totalità dei fattori che la costituiscono è la scoperta affascinante della singola persona vissuta come avventura educativa dentro quel luogo di amicizia e di passione al destino di ciascuno che è la comunità cristiana. Sono grato a don Didimo per ciò che ha generato, «una fraternità reale che – come ho scritto nella Prefazione ai suoi Diari recentemente pubblicati – attraverso la discrezione della Dieci è l\’anima del vostro Comune dei Giovani e della Scuola di Cultura Cattolica, opere che dicono a tutti la bellezza della vita cristiana. E in chi le accosta suscitano lo stupore come di fronte a una cosa grande». Don Didimo con tutta la sua vita ci ricorda che la radice di questa bellezza e di questa grandezza è il sacrificio vissuto come condizione per l\’affermarsi nella vita del mondo della Risurrezione di Cristo, fonte di salvezza per ogni uomo. \”Egli – è ancora una frase di san Paolo – è morto per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se se stessi, ma per Colui che è morto e resuscitato per loro\” (2Cor 5,15).
Accettando con gioia di essere accolto nel vostro Comune, preceduto da tanti insigni concittadini, sento urgere con forza nella mia vita l\’essenzialità del richiamo di san Paolo che condivido con voi come coscienza chiara del \”perché\” consumiamo l\’esistenza: per Cristo.
Nel salutarvi e nel ringraziarvi consentitemi di ripetervi quello che il marchese di Posa ebbe a dire a Carlo V di cui fu precettore: «Sire, non dimenticate mai gli ideali della vostra giovinezza!». La vostra amicizia nel Comune dei Giovani è il luogo dove tenere desta e sempre rinnovare quella coscienza dell\’originalità dell\’uomo investito dalla Presenza di Cristo e a Lui immedesimato nel Battesimo. La nobiltà dell\’uomo cristiano, come ebbi modo di ricordare in quella per me memorabile serata del Premio della Cultura Cattolica, il 6 ottobre 1995, sta nella coscienza vissuta di essere mandato da Cristo al mondo dei suoi fratelli, tutti uguali come partenza e destinati tutti allo stesso ultimo traguardo.
Obbedendo serenamente alle circostanze che Cristo mi chiede voglio con i miei amici condividere insieme a voi il compito struggente di questa testimonianza attraverso la consapevole gratitudine del miracolo della nostra amicizia e unità nel seno materno della Chiesa che rendono evidente al mondo, attraverso la povertà delle nostre esistenze, la gloria uman
a di Cristo nella storia. Grazie!»
sac. Luigi Giussani
Milano, 7 giugno 2002