
Mercoledì scorso un gruppo di manifestanti è sceso in piazza Savonarola a Ferrara per un sit-in che ha fatto parlare di sé per giorni. La mattinata, organizzata dal Coisp (il sindacato di polizia), è stata indetta in solidarietà ai quattro agenti che sono stati condannati in \”eccesso colposo in omicidio colposo\” per la morte di Federico Aldrovandi. L\’uccisione del diciottenne consumatasi la notte del 25 settembre 2005 ha scosso la sensibilità del paese intero. Secondo le versioni più accreditate il ragazzo sarebbe morto nella notte in seguito alle lesioni fisiche, ben visibili anche nella foto della salma (vedi sopra), provocate dallo scontro diventato poi violento con i quattro agenti. Due di loro descrivono così lo stato del ragazzo di ritorno da un locale bolognese: \”invasato violento in evidente stato di agitazione\”. La Cassazione sancisce la condanna definitiva per gli agenti, ma la storia non si limita alle aule del tribunale, si riversa in strada. E a pagarne le spese sarà ancora il bersaglio più fragile: la famiglia.
I rappresentanti del Coisp hanno scelto di manifestare davanti alla finestra dell\’ufficio dove lavora la madre di Federico, dando un profilo vile e vigliacco alla già discutibile protesta. Nemmeno il sindaco di Ferrara è riuscito a far cessare lo spettacolo sdegnoso e il tutto è finito in uno dei soliti teatrini all\’italiana tra il primo cittadino e un europarlamentare aderente alla manifestazione che si sono sfidati a \”indovina chi (è il padrone del mondo)\”.
In verità c\’è poco da dire. I fatti non sono difficili da interpretare e la vigliaccata non si nasconde certo dietro ad un albero, è alla luce di tutti, visibilissima. Questo l\’hanno capito i circa 4000 che venerdì mattina hanno contro-manifestato in ricordo di Federico e in sostegno alla madre Patrizia Moretti.
Una riflessione sulla \”piazza\”, è stata la prima cosa razionale a cui ho pensato se devo essere sincero. Il suo ruolo come punto di incontro e sostegno di idee comuni è certo cambiato, ne stiamo prendendo atto tutti. Gli esami di Stato del 2001 chiedevano ai maturandi proprio questo: una delle tracce affrontava il tema della piazza (che mai come in quell\’anno è stato più attuale. #Genova).
Potessi tornare indietro probabilmente qualcosa da scrivere ce l\’avrei anch\’io.
Di Elia Baggio