Condivido qui una delle riflessioni fatte ai Momenti Formativi del lunedì, gli incontri che io e molti altri ragazzi del Comune dei Giovani facciamo per crescere in coscienza e conoscenza.
\”Più trascorrono le ore e più le stragi di Parigi stimolano pensieri, suscitano indignazione, ispirano progetti. Si parla di azioni militari, di frontiere blindate e di misure di sicurezza rafforzate. Vogliono convincerci che l’unica soluzione sia quella di dare battaglia ai terroristi ed ai loro burattinai.
Il vero problema è un altro però e dannatamente più serio. Il fatto è che è l’Occidente la prima fabbrica del fondamentalismo islamico di cui è sempre più ostaggio. Il terrorismo prospera all\’interno degli stessi paesi occidentali che colpisce, grazie soprattutto a una categoria di persone: i giovani. E questo per una ragione: perché la minestra occidentale, il nostro modo di organizzare e orientare la vita, manca drammaticamente di sale, di senso, di spirito; ci sono benessere e libertà, d’accordo, ma c’è anche e soprattutto tanta noia; e pure un po’ di ridicolo, come quella “preghiera per Parigi” che tantissimi dicono di fare in un mondo laicizzato e che quindi, per definizione non può pregare.
L’illusione di una civiltà che possa reggersi sui soli valori umani senza quel Cristianesimo che quei valori ha magnificamente plasmato, è solo un’illusione.
Come mai tutto questo? Manca il sale, come si è già detto. Qualcosa per cui vivere e, soprattutto, per cui morire. I giovani che si gettano prima nelle mani dell’Islam e poi nella sua degenerazione terroristica, questo sale, pur vivendolo in un modo dannoso per l\’umanità, l’hanno trovato: e noi?
E noi in cosa crediamo? Qual è il nostro orizzonte? Noi che ci apprestiamo ad organizzare, come Europa e come Occidente, una risposta all\’armata jihadista, abbiamo ancora qualcosa per cui saremmo disposti a morire?
Probabilmente no. Ed è questa, più della paura, del buonismo e di tutto il resto la nostra vera debolezza.\”
Tratto da: \”Il problema è la minestra\” di Giuliano Guzzo