E\’ uscito un articolo sul La Voce dei Giovani di Luglio 2011 sull\’esperienza clone di Comune dei Giovani a Casarsa della Delizia (Pordenone). Qui per alcuni anni l\’esperienza bassanese era stata presa e in copia carbone si era sviluppata un\’associazione molto simile. Con la grossa differenza che dopo alcuni è sfumata. Comunque alcuni giovani del Cdg di Bassano sono andati alla presentazione del libro sull\’esperienza per conoscere il gemello in soffitta.
Era il 1964 quando un pugno di ragazzi partiva da Casarsa della Delizia alla volta di Bassano del Grappa, per studiare il Comune dei Giovani e capirne la logica organizzativa.
Passano 47 anni e siamo noi giovani da Bassano a fare lo stesso viaggio, questa volta di ritorno. E’ stata una e-mail dal professor Francesco Colussi ad incuriosirci: la Pro Loco del posto ha deciso di ricercare e documentare la cronistoria del Comune dei Giovani di Casarsa, il cosidetto CGC, un’esperienza clone nata nel 1966 e durata per circa otto anni. Così siamo invitati alla presentazione del libro “Quando le messe erano beat”, testimonianza di un’esperienza breve, seppur fruttuosa, di Comune dei Giovani, di cui sinceramente ignoravamo l’esistenza.
L’INIZIATIVA DEL CAPPELLANO DON CARLO BERTOLO
Intorno ai Zìmui – i campanili gemelli della chiesa di Santa Croce e San Rocco – nel 1963 esistevano già diverse attività parrocchiali (l’Azione Cattolica e gli Scout). Tuttavia il neoarrivato cappellano ventisettenne don Carlo Bertolo comincia a meditare l’idea, rivoluzionaria al tempo, di creare un’esperienza aggregativa in cui il giovane potesse essere protagonista attivo: tasta la disponibilità dei ragazzi della parrocchia, si confronta con i genitori e studia i modelli già esistenti.
Tre erano i riferimenti: la Boys Town di Omaha fondata da padre Andrew Flanagan per gli orfani e i poveri, la scuola serale per operai di don Lorenzo Milani a Firenze e il Comune dei Giovani di Bassano del Grappa di don Didimo Mantiero.
E’ quest’ultimo che dà l’ispirazione sostanziale, tanto che un anno dopo diverse volte il sindaco del Comune dei Giovani Piergiorgio Zonta accoglierà una piccola delegazione di casarsesi incuriositi a Bassano, colpiti dalla singolarità della nostra esperienza.
LA NASCITA DEL COMUNE DEI GIOVANI DI CASARSA
L’entusiasmo di giovane in giovane ha una velocità di propagazione incredibile e le attività a Casarsa non aspettano un minuto: si cominciano subito lavori di gestione e manutenzione degli spazi dell’oratorio e degli impianti sportivi. Nonostante un po’ di diffidenza per il progetto, nel 1966 viene istituito ufficialmente il Comune dei Giovani, con tanto di elezioni, Statuto e Vademecum per gli iscritti. Il germoglio attecchisce presto tra i giovani, che si ritrovano nelle diverse attività, arrivando presto a quote di 150 iscritti. I ministeri del calcio e del teatro coinvolgono subito molti ragazzi, anche se i ministeri più rilevanti nel CGC sono la cultura, la musica e il giornale.
Casarsa ha una tradizione importante a livello culturale: viene infatti ricordata spesso per Pasolini e per gli importanti eventi internazionali legati al cinema muto. giovani del CGC non vogliono essere da meno, così la biblioteca e uno spazio di confronto culturale diventano le basi per il florido ministero della cultura.
La musica rappresenta la variabile d’intesa e di aggregazione massima. Tra ex-sindaci ed ex-ministri sono continue le citazioni: Led Zeppelin, Rolling Stones, De André, New Trolls, Equipe ‘84 e Dik Dik sono alcuni dei gruppi che i giovani ascoltavano e discutevano assieme. L’avanguardismo musicale ha portato alle cosidette “Messe beat”, su ispirazione della “Messa dei giovani” celebrata a Roma nel 1966. La prima funzione liturgica in chiave beat a Casarsa fu allestita nella sala del cinema parrocchiale, e diede spazio a diversi complessi locali, The Phantoms, The Ambassords e The Vibration.
Infine il giornale, vera espressione dell’evoluzione giovanile. Partito come un foglio dattiloscritto e ciclostilato chiamato il “Calimero”, dopo qualche anno diventò “Il Momento dei Giovani”. L’idea è semplice: dare spazio alle riflessioni e ai confronti dei giovani, e raccogliere finanziamenti attraverso la vendita all’uscita della Messa domenicale e attraverso la vendita porta a porta.
ANALOGIE
Nella seconda pagina del primo numero de “Il Momento dei Giovani” l’articolo “Storia di un trapianto” svelava il collegamento con l’esperienza bassanese, seppur rielaborata.
Protagonista dell’associazione CGC può essere il parrocchiano dai 15 ai 27 anni. L’associazione inizialmente era ristretta al maschile, dopo qualche anno diventerà mista. Anche l’organizzazione è identica: le elezioni si svolgono ogni anno e si elegge così il consiglio direttivo con sindaco, segretario, ministri e assistente. Il bene comune muove i giovani con passione; i talenti vengono condivisi, chi ha possibilità di studiare alla sera ripete agli amici quanto appreso: si sviluppa poi sin dai primi momenti la necessità di trasmettere l’esperienza, con uno spirito che guarda lontano.
Anche il CGC ha il suo stemma (lo slogan è “La libertà di essere ciò in cui si crede”), i suoi cittadini onorari, il suo Statuto e un suo regolamento (il Vademecum).
Ma l’analogia più forte è nell’educazione all’impegno socio-politico: il CGC ha sfornato due sindaci per la città di Casarsa, molti assessori, consiglieri comunali, un consigliere regionale e diversi responsabili di importanti iniziative culturali e di volontariato.
E’ il primo sindaco del CGC Angelo Favret a sottolineare come l’esperienza prepolitica, la grande passione per la vita civile, abbia cambiato la città: “Casarsa non fu più la stessa”
DIFFERENZE
Il CGC di Casarsa sottolinea spesso il divario tra il mondo adulto e il mondo giovanile. Dal giornale i giovani più di qualche volta si compattano e polemizzano, seppur con toni moderati, riguardo i diversi problemi dovuti alle differenze d’età. Se nel CGC si è parlato di scontro generazionale, nel CdG si parla di incontro generazionale, già solo guardando la nostra bandiera. Gli screzi e le differenze sono e vengono superati con l’uso sapiente della ragione.
Ma soprattutto il Comune dei Giovani basa le sue fondamenta nella Dieci. In ogni momento della nostra storia c’è stato chi con carità e umiltà ha pregato e si è sacrificato per i giovani dell’associazione. I primi anni sono stati segnati dalla scomparsa di alcuni generosi giovani, e questo dolore ha portato gli iscritti a perseverare nella loro missione educativa, comprendendone appieno la portata.
LA FINE DEL COMUNE DEI GIOVANI DI CASARSA
I vari cappellani hanno seguito il CGC cercando sempre di mantenerlo vivo, ma hanno influito con le loro personalità a momenti differenti dell’associazione. Don Carlo Bertolo è ricordato per la volontà innovatrice e la discrezione coi giovani. Con don Santarossa le attività diventano più intense, il gruppo portante prende forza, ma cominciano a perdere d’importanza i ministeri. Con l’arrivo del nuovo cappellano don Zaramella, viene meno l’importanza delle istituzioni e delle assemblee. L’operato del CGC continua formalmente fino al 1971, poi non c’è traccia di attività consiliari e di elezioni.
Gli stravolgimenti della gioventù dopo il ‘68 e, soprattutto, la mancanza di un forte carisma hanno portato l’esperienza del CGC a sfumare nel 1972.
E’ fantastica l’energia che traspare da questi ex-cittadini del Comune dei Giovani. Qualcuno sottolinea come quel movimento lo abbia cambiato profondamente; ironicamente ci dicono che il CGC non è mai stato sciolto, anzi, continua tutt’ora dentro di loro.
Siamo esterefatti noi giovani di Bassano, perché dal primo minuto sembra di vivere una vita parallela: si resta allibiti quando ti mostrano dov’era il vecchio oratorio dicendo “Ecco, qui è nato il Comune dei Giovani”. Ci arricchisce vedere tutte queste analogie, capire le difficoltà, comprendere come il nostro metodo sia fruttuoso anche da altre parti. Alla vigilia del cinquantesimo compleanno arriva l’ennesima conferma all’efficacia educativa.
Se per noi è bello ed importante poter imparare da un altro CdG, per i casarsesi sapere che a Bassano non ci si è fermati, e che siamo qui più carichi che mai, è motivo di indescrivibile gioia.
E’ un ex-Phantom, il chitarrista mi pare, che ci ferma con gli occhi spalancati “Dio bon! Ma siete forti! Voi cambiate il mondo!”.
Sì, lo faremo.