Dopo la crisi, il problema delle pensioni future, la difficoltà di trovare lavoro, si aggiunge l\’ultima ciliegina per le nuove generazioni: avere fede in Cristo non è più un vantaggio sociale, ma un handicap.
La fede come valore sociale sta appassendo per molti motivi.
La situazione europea e italiana, dice che siamo paesi avanzati tendenti all\’invecchiamento, dove il ricambio generazionale non regge, dove ci sono pochi nati e molti anziani. E questa forbice è destinata ad allargarsi, dato che viviamo in una società costruita sull\’individuo, sulla persona e sui suoi diritti. L\’intera legislazione italiana ed europea è al servizio completo dell\’individuo, all\’allargamento dei suoi diritti e poteri, cercando così di garantire un benessere sociale basando tutto sulla qualità della vita dei singoli.
Avere figli, non conviene. Avere una famiglia non conviene. Sposarsi non conviene. Economicamente parlando una famiglia di due persone, o anche una famiglia mononucleare, è economicamente privilegiata.
In mezzo al marasma politico, partitico, economico e giuridico, forse non si è più troppo attenti al primo obiettivo di una società: la sopravvivenza.
Una società deve prima di tutto garantirsi un futuro. Riprodursi nel tempo. Se non può migliorare le proprie condizioni future, dovrebbe almeno assicurarsi domani ciò che ha oggi.
La società, come molte altre cose, dovrebbe rendere eterna la sua sopravvivenza. Assicurare il futuro. Questa è una società stabile, davvero evoluta.
Il benessere dell\’individuo non dovrebbe mai intaccare questi interessi.
Tutto questo, tutte queste cose non sono frutto solo della rinomata \”crisi di valori\”, perché le cose non stanno andando male di punto in bianco. E dire \”valori\” vuol dire tutto e niente. Sono termini da fuffologia.
La mancanza della radice cristiana, è questo che ci è costato e ci costerà il prezzo del nostro futuro.
Per molto tempo abbiamo goduto dei frutti della fede in Cristo, dalle invenzioni dei monaci, alla ricostruzione sociale post-guerre mondiali, senza preoccuparci di rendere ragione della loro origine, senza pensare di spiegare l\’origine delle cose. Senza \”rendere ragione della Verità che c\’è in noi\” (San Pietro)
Dalla legislazione basata sulla famiglia, alla scuola…
Abbiamo preso i frutti e non abbiamo più abbeverato le radici.
Abbiamo creduto in Dio, senza passione, rendendo la fede una cosa di \”ordinaria amministrazione\”, un dovere sociale, una cosa giusta perché la fanno tutti.
Il sistema figlio del Cristianesimo si sta frantumando a favore di un sistema basato sull\’individuo.
Dalla famiglia alla persona. Dal gruppo all\’atomo sociale. Dal senso di appartenenza, al senso di individualità.
Ora il sistema è rovesciato.
I figli della precedente generazione non possono permettersi di seguire l\’esempio dei genitori, perché vivono in un sistema che rema contro. Dovranno essere più lungimiranti, più forti, più tenaci e più cristiani. Non tanto nelle abitudini, ma nelle opere, nella direzione della loro vita.
Essere cristiani è ormai una caratteristica delle minoranze. Non è più la maggior parte d\’Italia e d\’Europa ad esserlo, e questo porta a dei sacrifici, a delle prese di posizioni più forti. Ora c\’è il rischio di perdere molte più cose che in passato.
Credere in Cristo costerà. E costa già molto, ma in altri Paesi, considerati forse \”di serie B\”, quelli africani, dove i martiri di Cristo stanno tornando, dove si muore per testimoniare la propria fede. Dove, diversamente da qui, la prole è ancora la principale unità di misura della ricchezza.
Se i giovani di questa Terra vogliono legarsi a Cristo, dovranno testimoniare questa appartenenza ad ogni costo.
Per i loro figli. Per regalare loro qualcosa su cui mettere le fondamenta della propria coscienza.
Le fede gratis è esaurita. Ci sarà Vita per chi saprà pagare secondo la misura che Dio chiederà.