Don Paolo Baldo, grande amico e conoscitore del Cdg, durante un incontro della settimana scorsa (1 aprile 2012) ha dato due importanti chiavi di lettura di questa frase mantieriana (una citazione sinceramente inesatta, rivisitata), che in questi ultimi anni è diventata sempre più uno slogan nel Cdg.
Vi riportiamo lo stralcio dell\’intervento di don Paolo Baldo.
\”Questa frase così bella, che ormai sta diventando il leitmotiv, ha tanti significati. La possiamo prendere per tanti aspetti senza forzature.
Io ne vedo soprattutto due:
Voglio essere uno, voglio essere uno che incide nella storia, una persona con un volto. Ecco qui il tema della responsabilità: sei responsabile, ti giochi. Tiri fuori le tue capacità, le tue qualità, anche i tuoi limiti.
Poi \’Voglio far di me uno\’ significa non voglio essere una persona frazionata, segmentata, non voglio essere \’uno, nessuno e centomila\’. Voglio essere UNO, ovunque e in qualsiasi circostanza: voglio che il mio volto sia quello ovunque sono e qualsiasi attività faccio. Cioè l\’unificazione della persona, su un centro di gravità permanente, su cui io posso modularmi e vivere tutta la realtà, ma partendo da un punto che fa si che le cose più diverse e disparate non mi frantumino, non mi spezzetino, ma siano come armonizzate perché c\’è come un punto di coagulo che è la fede.\”
Questo è solo un passaggio di quanto emerso durante la serata.
L\’intervento sarà reso disponibile a tutti gli educatori e guide mostra che non hanno potuto essere presenti giovedì scorso.