Patrizia Solari di Caritas Ticino scrive un approfondimento dell\’edizione di Caritas Insieme su due esperienze di solidarietà nel bassanese. Fattoria “Conca d’oro” e la “Dieci”,
due esperienze di solidarietà a Bassano del Grappa
di Patrizia Solari
Approfitto dello spazio a disposizione per aggiungere alle poche notizie racimolate 2, un accenno
all\’esperienza della Fattoria Conca d\’Oro e a un\’altra realtà cresciuta a Bassano del Grappa: la
“Dieci” di don Didimo Mantiero.
Il nome della Fattoria Conca d\’Oro deriva dal fatto che si trova in uno spazio protetto, favorito da un
microclima e su terreno sabbioso, antico letto di un fiume, che permettono la coltivazione di ulivi e
dei famosi asparagi di Bassano, oltre che del radicchio omonimo.
Il Progetto Conca d\’Oro 3, rivolto a persone in situazione di handicap, offre possibilità di
formazione, occasioni diversificate di lavoro (agricoltura, ristorazione, vendita dei prodotti e servizi
nell\’Agricamp – sosta per camper) e una residenza per coloro che non possono vivere in famiglia.
Conducono il progetto Eraldo Berti, con una formazione in semiotica e docente di Educazione
psicomotoria all\’Università di Padova, e Fabio Comunello, psicologo e psicoterapeuta, presidente
dell\’Associazione Conca d\’Oro, autori del libro dal quale proviene l\’estratto del box.
E per finire, uno schizzo dell\’esperienza di don Didimo Mantiero, nato in provincia di Vicenza il 21
giugno 1912 e scomparso nel 1991. Un\’ esperienza che si è sviluppata a partire dagli anni \’40 del
secolo scorso, proprio a Bassano del Grappa. Dice Giovanni Scalco 4: “Sono stato uno dei
discepoli di don Didimo e uno dei suoi più stretti collaboratori nell\’attività pastorale della parrocchia
di Santa Croce di Bassano. Ho anzi battuto a macchina parte del suo diario manoscritto e quasi a
ogni pagina mi chiedevo che senso potesse avere uno scritto così personale. La risposta che don
Didimo mi diede può essere così riassunta: testimoniare che l\’amore soprannaturale è per l\’uomo,
è fatto di carne, perché Dio si è incarnato e noi siamo stati redenti dalla carne e dal sangue di
Cristo, non da dottrine teologiche. (…) Nel cristianesimo non è possibile, proprio per via
dell\’Incarnazione, vivere una spiritualità di idee e di concetti, principi e sviluppi tematici; è sempre in
un itinerario concreto, in una storia personale che si manifesta il cammino di unione con Dio.
Pensare diversamente vuol dire disincarnare il Verbo, cancellare l\’umanità stessa del Cristo
risuscitato.”
Cresciuto in una famiglia contadina molto religiosa, quinto di dieci fratelli, tra i quali si annoverano
due sacerdoti e due suore missionarie, Didimo entra in seminario a quindici anni ed è ordinato
prete nel 1937. Svolge, dopo la prova di una grave malattia, il suo apostolato tra i giovani,
continuamente rimosso dalle parrocchie assegnate per gelosie e timori. Un fratello del padre,
monsignor Antonio Mantiero, ricoprirà la carica di vescovo di Treviso dal 1936 al 1956. Da questo
zio don Didimo attingerà molti preziosi consigli per la sua attività pastorale. A Valdagno, città
industrializzata, tra studenti e operai, elabora il progetto di Comune dei Giovani, che realizzerà nel
1962 a Bassano del Grappa. Nel 1941 fonda la Dieci, un\’associazione che, partendo dall\’episodio
narrato nel libro del Genesi, nel quale Dio promette ad Abramo di risparmiare Sodoma se vi si
troveranno almeno dieci giusti, si propone di riunire un gruppo di persone (per lo più in una
parrocchia) che si impegnano ad offrire a Dio un giorno della propria settimana per la salvezza della
città.
Colpito dal morbo di Parkinson, si ritirerà nel 1979 dall\’attività pastorale e per ben dodici anni sarà
amorevolmente assistito dai suoi figli spirituali, fino alla scomparsa, avvenuta il 13 giugno 1991.
Lo zio Vescovo gli aveva donato come regalo di sacerdozio una massima che costituirà per don
Didimo una delle strade maestre da seguire. Racconta: ”Per il tuo sacerdozio ti voglio fare un
regalo” mi disse, e io aspettavo con ansia di vedere un prezioso regalo dallo zio vescovo. E il santo
vecchio con solennità: “ricordati” mi disse, “quando in una parrocchia tutto va bene ma la catechesi
va male, quella è una cattiva parrocchia; quando in una parrocchia tutto va male ma la catechesi va
bene, quella è una buona parrocchia.”. Così la Dieci e la catechesi furono i due pilatri dell\’opera di
don Didimo che diceva. “Solo la coscienza della Verità è fonte di unità anche con visioni politiche
non omogenee.”
Così, passando da un vescovo a un assaggio di asparagi a un\’esperienza di comunità e di vita,
spero di aver fatto venir voglia a qualcuno di fare un salto a Bassano.