Venerdì 6 giugno alla Gif 2014 si è parlato di opportunità nazionali e internazionali con Luigi Sposato (Eurointerim)
Partiamo da un presupposto, una novità degli ultimi anni: \”oggi trovare un lavoro è diventato un lavoro\”. Ha iniziato così il suo intervento alla Gif 2014 Luigi Sposato, presidente di Eurointerim, chiamato dal Comune dei Giovani a parlare di opportunità nazionali e internazionali nel mondo del lavoro. \”Dobbiamo uscire dalla logica del posto fisso e del tempo indeterminato e avvicinare cose nuove\”, ha affermato Sposato, e dobbiamo fare attenzione \”a non metterci a cercare lavoro quando già lo si è perso, come le aziende che cambiano solo quando sono già in crisi”. Cambiare lavoro, quindi, non deve essere un obbligo imposto perché la propria azienda chiude, ma deve essere una scelta libera, motivata, orientata.
In questa dinamica, serve flessibilità, ha spiegato il relatore: \”la flessibilità è la disponibilità a fare qualcosa in più, e oggi nel mercato del lavoro è essenziale\”. La flessibilità non deve essere solo \”cognitiva\”, ma soprattutto \”relazionale\”: \”quasi sempre – ha continuato – gli aspetti di dinamismo personale sono preferiti alle competenze tecniche\”. Come a dire, in poche parole, che le competenze le puoi sempre acquisire, ma se uno è mentalmente poco dinamico, difficilmente lo diventa.
Anche in questi tempi di crisi, ha aggiunto, si nascondono nel mondo del lavoro un sacco di opportunità. “Ci sono nuovi lavori che nascono, come ad esempio il marketing olfattivo – ha spiegato – che inizia ad essere utilizzato nei supermercati”. Bisogna saperle vedere, queste occasioni, e saper rischiare \”investendo sui propri talenti\”. E soprattutto bisogna lasciare da parte gli alibi: \”per trovare lavoro bisogna darsi da fare e informarsi. Sono finiti i tempi in cui uno finiva di studiare e aveva pronta un\’offerta di lavoro, qualsiasi titolo di studio avesse in mano”.
È fondamentale poi un corretto rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro: \”ci sono certe aziende che sponsorizzano le scuole che formano potenziali addetti del loro settore\”.
Alla fine, comunque, il pallino del gioco lo ha in mano il giovane. Se uno ha un\’idea imprenditoriale \”deve lavorarci su e provarci senza paura ma con la cognizione del rischio (imprenditoriale, ndr) che corre\”; e i giovani che si avvicinano alla conclusione del loro percorso di studi devono \”saper capire la differenza tra quello che si sa fare e quello che si vorrebbe fare\”. Insomma, prima di ogni cosa ci vuole realismo.