Domenica 11 marzo 2012, presso la \”palestrina\” degli Impianti Sportivi di via cà Dolfin, si è svolto il secondo Aperitivo Storico.
Si sono incontrati diversi ex-iscritti del Comune dei Giovani, per cercare di ricordare quanto successo durante le annate amministrative dal 1968-69 al 1974-75.
Ecco alcuni stralci di quanto emerso.
IL COMUNE DELLE GIOVANI
Nel 1969/70 è partita l\’esperienza del Comune delle Giovani, una realtà gemella, in copia carbone al Cdg sorto nel 1962, ma prettamente femminile.
(Le due associazioni si unificheranno soltanto nel 1993, con la revisione dello Statuto del Cdg.)
Perché è nata l\’esperienza del Comune delle Giovani?
Il Cdg nel 1962 era sorto a Santa Croce quasi come un\’avanguardia culturale: in una società che poco rischiava nei giovani, don Didimo Mantiero decise di creare un\’associazione in cui potessero autoamministrarsi. L\’idea di un Comune dei Giovani era un\’idea rivoluzionaria al tempo, tanto che più di qualche contemporaneo bassanese lo definì \”un fuoco di paglia\”.
Don Didimo non credette sin da subito in un progetto per entrambi i sessi, sia per il suo carattere \”ruvido\” e in parte più schivo nei confronti delle ragazze, sia per la cultura del tempo, che vedeva le donne socialmente emarginate. Fu tuttavia don Didimo stesso che propose a diverse ragazze di mettere in piedi il Comune delle Giovani.
Questo perché, sottolinea Giovanni Meneghetti (nel consiglio direttivo dal 1970/71 al 1982/83), don Didimo fu spinto dagli stessi giovani per coinvolgere anche le ragazze nella realtà movimentata della parrocchia di Santa Croce. Giacomo Mariotto ricorda invece come la proposta inizialmente era di far direttamente il Comune dei Giovani misto, allargando alle ragazze la partecipazione, come è dal 1993 ad oggi.
Dai colloqui personali e dalle discussioni in consiglio direttivo, don Didimo decise di passare a vedere la realizzabilità del progetto del Cdg al femminile, il cosidetto Comune delle Giovani, confrontandosi con le ragazze.
Contattò allora diverse giovani della parrocchia, fece questa proposta e disse loro di pensarci per una settimana. Conclusa la settimana chiamò nuovamente a raccolta le ragazze e fece votare la proposta.
Flora Bozzetto, primo sindaco del Comune delle Giovani, ricorda questo momento con rabbia, purtroppo don Didimo fece un\’iniziativa non molto politically correct:
la votazione della proposta Comune delle Giovani venne fatta firmare, non fu anonima.
LE INIZIATIVE DELLE GIOVANI
Il Comune delle Giovani aveva un proprio Statuto, identico a quello del CdG maschile, con ovviamente i cambiamenti di genere dal maschile al femminile.
Ogni giovedì c\’erano delle conferenze, in cui si spaziava da materie culturali alla catechesi, da problematiche pratiche di amministrazione della casa a incontri su modelli femminili quasi irraggiungibili.
Don Didimo, sia nei confronti dei ragazzi che delle ragazze, scommetteva sui giovani pretendendo molto:
«Faceva come una scommessa su te stesso» sottolinea Loredana Ferronato, prima storica segreteria del Comune delle Giovani «Era una continua sfida, voleva sempre il massimo.»
Le donne nei confronti dei ragazzi si sentivano talvolta frustate: il Comune delle Giovani come ministeri è partito a supporto delle esigenze talvolta prettamente pratiche del già affermato Comune dei Giovani. Se qualche ministero era presente con lo stesso ruolo sia nel maschile, sia nel femminile, ad esempio il ministro delle finanze, degli esteri o del lavoro, vi erano invece ministeri che nel Comune delle Giovani avevano differenti incarichi: è il caso del ministero del culto, che nel femminile significava grossomodo il dover tener pulita la Chiesa. Oppure una volta le donne con dei sacchi di iuta dovettero fare delle coperture per gli spogliatoi delle squadre di calcio.
Lo spirito di iniziativa propria delle giovani si concretizzò maggiormente in progetti come la scuola di cucito o la scuola di taglio: dei veri e propri incontri di educazione pratica, in cui le giovani venivano seguite da esperte e poi partecipavano ad una specie di concorso a premi. Vi erano le gare di torte e diverse iniziative di attività culturali che per i giovani al tempo rappresentavano un\’opportunità incredibile.
La prima \”sindaca\”, Flora Bozzetto, sottolinea «I valori appresi nel Comune delle Giovani son valori che mi hanno segnata dentro. Don Didimo sapeva spaziare tra materie culturali in maniera incredibile».
L\’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE
Per don Didimo l\’educazione della persona, come formazione vera, era prioritaria su tutto:
Piuttosto che saltare dottrina, saltate Messa.
Durante il secondo aperitivo storico l\’importanza del catechismo è stata ricordata con una filastrocca corale \”Messa, comunion, dotrina e funsion!\”.
Molti giovani hanno ottenuto dal Comune dei Giovani l\’educazione anche a livello scolastico: in quegli anni infatti son partite delle scuole serali per la licenza media inferiore.
DON DIDIMO: LA DISPONIBILITA\’ CON I RAGAZZI
«Don Didimo era a compiere il suo apostolato tra i giovani, non per carattere personale o per passione. Lo faceva per missione, così gli era stato detto dalla vecchina in punto di morte. Di carattere don Didimo spesso dimostrava di essere psicologicamente un misantropo, molto portato alla solitudine. […] Le sue vere passioni infatti erano i canarini e Giacomo Leopardi.» Lo sottolinea Giovanni Meneghetti, studente di medicina al tempo; il quale proprio per la competenza degli studi, andava a Padova a parlare con esperti per capire i diversi stadi e sintomi della malattia che don Didimo andava via via manifestando.
Nonostante il carattere, come ricordano molti, dava totale disponibilità ai giovani:
Ae undase de sera, a luce del so studio a xera sempre accesa. A canonica a xera sempre verta: i tosi che no trovava verto par davanti i \’ndava par da drio. La Edvige (a lungo perpetua del parrocco ndr) ogni volta che a vardava el frigorifero ghe vegneva da piansare. No podì imaginare gnanca quante volte che lo gò visto \’ndare su e sò pal stradon coi tosi al brasseto..quante volte!
Irene Ferraro, primo ministro delle finanze del Comune delle Giovani, ricorda così l\’amore di don Didimo per i suoi giovani e il tempo dedicato.
«Sapeva cogliere istantaneamente il carattere di una persona e si avvicinava in modo di volta in volta differente.» Lino Tosin, ex-ministro della cultura e della politica, ricorda don Didimo e la capacità di farsi amico di tutti i giovani, e di non risparmiarsi i rimproveri, soprattutto nei confronti degli arroganti.
50 ANNI PRIMA DEL TEMPO
Il Cdg sta nascendo adesso
Esordisce così Silvio Tessari, in consiglio direttivo del Cdgdal 1969/70 al 1977/78 come ministro, sindaco poi, descrivendo a volo d\’aquila l\’importanza dell\’educazione nel Cdg e nel mondo.
«Ripetevano sempre che è nato 50 anni prima del tempo. Il vero Cdg infatti lo stiamo vedendo adesso, anzi, forse lo dobbiamo ancora completamente scoprire.»
L\’incredibile intuizione di don Didimo è stata quella di coniugare due differenti aspetti della vita cristiana.
«La Chiesa oggi sta seguendo sempre più due tronc
oni distinti: una parte vive una spiritualità sociale, l\’altra parte una sorta di nuovo evangelismo o pentecostalismo. Il rischio è lo scollegamento tra questi due aspetti.
Vi è la necessità di mettere assieme e non di suddividere: questo è quello che salverà la Chiesa.»
E in questo, il Cdg ha saputo coniugare questi due differenti aspetti. Basti pensare alla ricerca della Verità, tema centrale nell\’educazione mantieriana: il rischio è concepirla come eccessivamente astratta, o solamente concreta. La Verità è l\’annuncio di un avvenimento, e porta il giovane ad uscire da sé, a scoprire la Verità anche dall\’altro.
Il giovane vive le attività concrete come la realizzazione dell\’ideale che ha davanti.
Il Cdg ha saputo coniugare e non distinguere gli aspetti della vita cristiana. Né è testimonianza la parola \”Unitas\” sotto le due mani che si stringono nel simbolo: l\’unità.
«Nel Comune dei Giovani la diversità è una ricchezza, e si è consapevoli invece che la divisione è un danno.» continua Silvio Tessari «Vi è come il lievito per far fermentare la pasta. Siate sempre più fermento per tutta la Chiesa! Portate questo lievito in tutte le realtà ecclesiali!»
Chiude Daniela Alessio, storica attrice e ministra della filodrammatica del Cdg:
Andate avanti! Quando mi arriva il vostro giornale, lo leggo con piacere e mi dico \”Duri a morire sti tosi!\”. Bravi! Andate avanti!