Questa è la seconda parte degli appunti dal Primo Aperitivo Storico.
Ieri è stato riportato un\’articolo (clic qui) con diversi aneddoti e ricordi dei primi anni di Comune dei Giovani (dal 1962-63 al 1968-89).
DON DIDIMO: A TOTALE DISPOSIZIONE DEI GIOVANI
Incontravo in quello che lui diceva, quello che io cercavo.
Giovanni Artuso
«Incontravo in quello che lui diceva, quello che io cercavo» è Giovanni Artuso a parlare, uno i primi sindaci del Comune dei Giovani «Mi ha spalancato l\’animo, mi ha aperto all\’Infinito».
Don Didimo aveva la capacità di accettare i giovani per quello che erano, e riusciva a parlare con questi di qualsiasi aspetto potesse interessare ai giovani. In molti ricordano i lunghi colloqui spesso a ore tarde, fatti su e giù il viale dei cipressi a parlare di Dio, di filosofia e di metafisica.
La canonica era a totale disposizione del giovane. Don Didimo rendeva disponibile la propria biblioteca ai giovani che durante il giorno lavoravano: questi lasciati i campi e le fabbriche si ritrovavano per studiare Dante, Cicerone e molti altri autori. La sera la canonica si riempiva e la cucina veniva svuotata. Ogni giorno le due perpetue facevano la spesa prevedendo l\’arrivo della compagnia di ragazzi.
DON DIDIMO: L\’INSEGNAMENTO ALLA BELLEZZA ATTRAVERSO LA PASSIONE PER LA NATURA
Don Didimo era profondo conoscitore e amante del mondo della fauna e della flora. Spesso con i giovani si fermava e riusciva a prevedere perfettamente il comportamento degli animali.
«Comprendendo le logiche della natura, capiva gli uomini».
Tanto che, nello studio in canonica c\’era un ricevitore che faceva sentire l\’usignolo che don Didimo era riuscito ad ammaestrare. «Una volta ci fece ascoltare, distinguere e contare le 27 variazioni di canto» continua Gianni Artuso.
Aveva una conoscenza molto approfondita anche delle api: diverse volte chiamò i giovani ad assistere al funerale dell\’ape regina, e una volta si inventò uno scherzo con uno di questi, Enzo.
Don Didimo prese un\’ape tra le dita, e a dimostrare come questa non lo pungeva, la mise in bocca e poi la fece volare fuori.
«Enso, prova ti, vedemo se te si bon. No serve che te a meti in boca, basta che te a posi sol naso».
L\’ape appena posata sul naso, lo punse.
Don Didimo sapeva distinguere i ruoli delle api, conoscendo perfettamente quali pungevano e quali no.
Invece, il povero Enzo, no.
DON DIDIMO: UN CARATTERE NON FACILE
Don Didimo di notte studiava e pregava. Poche volte riusciva a dormire, per cui durante il giorno dopo pranzo, andava a riposare. «\’Na roba xe fare la penichella dopo magnà, n\’altra roba xe se quee e xe e uniche ore de sonno dea giornada» ricorda Sergio Scalco, primo sindaco del Comune dei Giovani «Dalle due alle quattro \”el vecio\” era intrattabile. Te convegneva scampare!»
«Don Didimo ha saputo dimostrarsi lungimirante, in diversi aspetti ha saputo cogliere le aspettative del tempo. Tuttavia veniva da una società arcaica e anche lui manteneva certe tradizioni» Tarcisio Zarpellon sottolinea come ad esempio don Didimo non riuscisse ad accettare le donne senza il velo in testa a Messa.
Nei confronti delle donne durante l\’aperitivo storico si è scatenata un\’accesa gazzarre: chi a sostegno della tesi don Didimo-misogino, chi invece sottolineando come manifestasse distacco nei confronti del gentilsesso, mantenendo una particolare cura delle donne della parrocchia.
Porci noi, giovani senza conoscenza diretta, a giudizio su di una questione del genere, è chiaramente arrogante.
Sappiamo che le donne parteciparono alla vita del CdG solo successivamente e con un\’associazione distinta. Di questo \”Comune delle Giovani\” si son conservati tutti i dattiloscritti delle conferenze tenute da don Didimo proprio per le donne. Si tratta di vere e proprie opere d\’arte, a difesa della donna e della sua importanza nella storia, in cui in qualche passaggio si respira l\’impostazione sociale che voleva la donna come la mamma-casalinga.
ALCUNE CURIOSITA\’ SUL COMUNE DEI GIOVANI
Il primo Comune dei Giovani vedeva ministeri come quello dell\’agricoltura e quello del lavoro.
Il ministero dell\’agricoltura portava i giovani ad amministrare le coltivazioni del Cdg. Se il raccolto andava bene si poteva cenare tutti assieme.
Il ministro del lavoro invece informava i giovani sulle diverse possibilità di occupazione disponibili nella zona: una sorta di attuale agenzia del lavoro.
COMUNE DEI GIOVANI: PERCHE\’ NO?
Il fascino di un\’esperienza democratica partecipativa continua ad essere forte. Sergio Scalco
«Io credo che se adesso qualcuno volesse iniziare un\’esperienza come il Comune dei Giovani, sarebbe difficile, ma non impossibile.
Il fascino di un\’esperienza democratica partecipativa continua ad essere forte. Ci vorrebbero dei laici completamente dediti alla formazione; è necessaria una comune coscienza di Verità, con un\’efficiente dottrina.
Ma la proposta del Comune dei Giovani continua ad essere attuale.»
Lo dice Sergio Scalco, primo sindaco del Comune dei Giovani, parlando delle diverse esperienze gemelle partite in \”copia carbone\” in Italia, che non hanno continuato però ad esistere fino ad oggi.
Sono solo alcuni stralci di quanto emerso dal Primo Aperitivo Storico.
Uscirà una pubblicazione a conclusione del 2012 di festeggiamento dei 50 anni di storia del Comune dei Giovani.
LA STORIA INSEGNA
L\’indagine sui 50 anni di storia continua.
Il Comune dei Giovani ha organizzato altri Aperitivi Storici domenicali in cui verranno raccolti tutti questi aneddoti.
PROSSIMO APERITIVO STORICO
Domenica 26 febbraio 2012, dalle ore 18:30, presso la Palestrina (Impianti dell\’ASD Santa Croce di via cà Dolfin – Bassano del Grappa)
Saranno trattate le annate amministrative dal 1968-69 al 1973-74.
Partecipazione libera
Referenti dell\’appuntamento Ketty Marin e Dario Artuso
Per contattare la responsabile, o semplicemente per comunicare altri episodi, documenti o foto:
Marina Bizzotto
curatrice della pubblicazione
3480439875